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mercoledì 25 febbraio 2015

Mykonos Cavo Tagoo

Cavo Tagoo ... linfa vitale nel tramonto viola!


Annidato sullo sperone di una scogliera rocciosa, incastonato a essa con curve morbidee sinuose dei suoi corpi di fabbrica grandi e piccoli, intonacati di bianco delle Cicladi, accarezzato e coccolato dal vento e riscaldato dal sole; animato dall’elemento acqueo di piscine a sfioro, luccicanti all’esposizione dei raggi solari, poste a ventaglio e a disposizione di ogni camera e villa.
“Coup de theater”...è il ricercato ed esclusivo Cavo Tagoo concepito e realizzato per donare piacere agli occhi, toccare i cinque sensi ed emozionare. 
Perfetta fusione tra lo stile cicladico, lo style blend e il minimal chic, una combinazione alchemica dei quattro elementi (acqua, aria, terra, fuoco) in ogni complemento d’arredo, nell’atmosfera lounge che si respira e in un costante file rouge con la cultura dell’antica Magna Grecia.

“I filosofi greci individuarono nell’acqua uno degli archè (origine) del cosmo.Talete sosteneva che l’acqua è il principio primordiale che determina la vita, nella quale tutte le realtà ritornano una volta terminata la loro esistenza. Aristotele intuì che l’idea di Talete proveniva dalla semplice osservazione della natura: ogni essere si nutre dell’umido, quindi tutto ciò che è umido, è vitale, essendo l’acqua fonte di questa umidità vitale, deve essere anche il principio fondante”.

Il colore del mare greco blu cobalto, si fonde con l’azzurro cielo dell’infinity pool che durante il giorno si sfuma in tutte le gradazioni degli azzurri e acquamarina, a secondo della luce solare, per tingersi di viola tenue al tramonto, quasi a gareggiare con la fiammeggiante linea dell’orizzonte nel cielo nero.
Studiato per ricordare l’Oriente, lungo diciotto metri, l’Aquarium Bar, con pesci colorati che nuotano all’interno, e musica “ouzo e mezes” di sottofondo, invita a godersi l’ultima luce prima della notte, sorseggiando un aperitivo al bagliore di pochissime candele e lanterne per ritrovare poi il profumo del mare nel sushi al Restaurant Tagoo.



Il bianco e l’eterna sacralità dell’oro, accecano e accolgono altri tocchi di cromature come il rosa, fucsia e il blu oltremarino negli elementi d’arredo originari, rustici e tellurici con vocazione e sintonia all’astrazione, alla leggerezza, al purismo minimale che si riflettono nei pavimenti lucidi in resina bianchi, dove affiorano piccoli brani di mosaici ellenistici che raccontano il mito di Dioniso.


Design raffinato, ambient light e comfort nell’outdoor, nel living room e negli spazi interni. Cavo Tagoo, è un’icona di stile, brilliance, armonico e senza tempo.



Francy Carrie …Femminile e fanatica del design!










martedì 24 febbraio 2015



Chora di MYKONOS ……l’isola della luce, freneticamente chic!!!


Accecante per il blù intenso del mare e del cielo, accogliente per le spiagge dorate, selvaggia con i fichi d’india che nascono dalla roccia grigia, incantevole per le case dipinte di bianco, con i balconi e le scale ornate di gerani e basilico, per le chiesette con cupole blù e rosse, Lei è la “Regina” incontrastata e trasgressiva delle isole Cicladi.
Mykonos è energia, vitalità di giorno e di notte sino all’alba! Senza sosta, come il vento amico che la avvolge, con i colori e luce intensa, che le dona fascino e “allure” internazionale.



Le onde furiose s’infrangono sulle case a picco sul mare di Alefkandra o Venetià, con i polipi stesi al sole, i tavolini accanto alla risacca, è il quartiere degli artisti dove al tramonto, con la presenza silenziosa dei mulini a vento che stanno sull’altura della città, concedersi un “panoramico” aperitivo è emozionante. 







Nel quartiere del vecchio porto, da vedere numerose chiesette, il museo archeologico e d’arte popolare, e nel viavai delle viuzze, tra i pescatori che scaricano il pesce e rattoppano le reti, un tempo era possibile incontrare l’addomesticato e tenerissimo Petros il pellicano, simbolo di Mykonos, che “a zonzo” cercava coccole e cibo.   




Le taverne greche sono intime e accoglienti con la musica del sirtaki in sottofondo, le stradine del centro affollate dai turisti che fanno acquisti nei piccoli negozi artigianali di oggetti d’arte, di pelletteria, di tessuti e ceramiche, la ricercata movida nei locali più alla moda, le navi da crociera e i velieri che navigano intorno all’isola si muovono come in una meravigliosa coreografia in uno sfrenato “dirty dancing”.








Con l’auto o il quad si raggiungono, tra polverose stradine, le spiagge riparate dal vento, alla ricerca di un po’ di privacy e a ogni angolo squarci di paesaggi stupendi, molto selvaggi quasi lunari. 






Partendo da Platys Yalòs  con il caicco, si raggiungono le spiagge più belle, conosciute in tutto il mondo, Paradise e Super  Paradise, Elià  ed è  sempre  musica, scatenati balli e… “amore libero”. 


Amo il vento e la “libertà” di Mykonos! 


Francy Carrie









martedì 17 febbraio 2015

DUBAI …nuova e piena di contrasti!

 
Burj al Arab è di una particolare forma “a vela”, situato sulla Jumeirah Beach, 321 metri di altezza è diventato la meta per gli appassionati di deltaplano. Albergo lussuosissimo con 7 stelle (attualmente riconosciute 5) al 27° piano c’è lo SkyView bar da dove si può godere una vista mozzafiato su Dubai e sul mare. 



Sorprendentemente cosmopolita, eccessiva, sfrenata e sempre in movimento.

Fascinosa per i colori del deserto al tramonto, e per il silenzio che si avverte tra le dune, una curiosità molto femminile: qui l’henna è un’esperienza da provare, il tatuaggio alle mani e ai piedi che sparisce dopo una settimana. 

L’inaffondabile “abra” è una piccola barca-taxi che permette il trasbordo da una sponda all’altra del “creek”(foto 1) il canale d’acqua di mare che divide in due la città; un tempo era un florido centro commerciale e per gli affari, e ha mantenuto quell’atmosfera magica, un consiglio, è un’esperienza indimenticabile, ma tenetevi aggrappati all’albero, i “taxisti” sono un po’ pazzi.

L’autentica Dubai è nella città vecchia, si trova nel quartiere di Bur Dubai e nell’antico Bastakiya, c’è il piu’ vecchio edificio di Dubai, Al Fahidi, sede del Museo, dove un documentario racconta la vita beduina degli arabi che si dedicavano alla raccolta nel Golfo Persico delle perle e al loro commercio.
Nel Diving Village, la ricostruzione della vita nei villaggi dell’epoca (foto2).
La scoperta negli anni ’60 dell’oro nero cambiò il corso della loro tradizione e la loro economia.

La fantascienza è a Deira, il vero quartiere degli affari con i suoi palazzi di vetro, un vero salto nel futuro. E gironzolare nella zona vecchia, nel souk del pesce e delle spezie è un’esperienza olfattiva unica. Uno dei mercati piu’ famosi e luccicanti al mondo, ed è un primato con i prezzi piu’ bassi è il souk dell’oro (foto 3)!. Qui l’occhio si perde ed è sensazionale.

Passeggiare per tre ore nello sfarzoso Centro Commerciale di MALL of the EMIRATES (foto 4)  che è uno dei piu’ grandi al mondo, è entusiasmante. Dubai è un paradiso fiscale e si trova di tutto a prezzi competitivi; il “mantra” è lo shopping nei magnifici store delle griffe piu’ lussuose al mondo. (parola di Carrie).

La temperatura esterna è di 50°, un caldo umido, come in un bagno turco da nababbo, ma se venisse voglia di sciare, all’interno del centro commerciale c’è lo Ski-Dubai (foto 5) una stazione sciistica al coperto, innevata con cannoni spara neve, 5 piste diverse, seggiovia, uno snow park, una pista slittino, un rifugio stile Alpino e scuola di sci e snowboard; abbigliamento sci e attrezzatura sono inclusi nel biglietto



Un consiglio da Carrie (per chi come me, ama lo shopping) a Dubai, portatevi solo la carta di credito…il resto è lì!

Francy Carrie. 

foto 1



foto 2


foto 3



foto 4

foto 5

martedì 3 febbraio 2015

Henri De Toulouse- Lautrec Il PUBBLICITARIO MODERNO della Belle Époque e di Montmartre

Henri De Toulouse- Lautrec

      Il PUBBLICITARIO MODERNO della Belle Époque e di Montmartre

"Sola" 1896


Henri Touloue Lautrec

“Non esiste che la figura, il paesaggio è nulla, non dovrebbe che essere un accessorio. Il paesaggio dovrebbe essere usato solo per rendere più intelligibile il carattere della figura” è di Lautrec e illustra l’essenza e la visione della sua Arte.

Fu un importante artista post-impressionista, illustratore, disegnatore e litografo del tardo Ottocento e nelle sue opere dettagli di vita bohémien nel quartiere Montmartre a Parigi.

Apparteneva a una famiglia aristocratica di provincia, conduceva una vita agiata, ma soffriva di malattie genetiche, causate dall’effetto di matrimoni fra consanguinei. Si fratturò, per due cadute, entrambi gli arti e da adulto la sua altezza era di 1.52. Aveva quindi, sviluppato un busto normale con delle gambe da bambino.
Fisicamente inadatto a partecipare alle attività sportive e sociali, intraprese dagli uomini del suo ceto sociale Lautrec s’ immerse completamente nella sua arte. L’alcolismo fu uno dei problemi della sua vita, che lo perseguitò e durante le crisi etiliche sperperava il denaro e imbrattava di vaselina i quadri.  Cominciò a soffrire di crisi paranoiche e fisiche, accompagnate da allucinazioni. I danni causati dall’alcool e dalla sifilide minarono la sua salute, e morì a 37 anni.
"La toilette" 1896

 La sua vita sentimentale a Parigi, fu molto frenetica, conobbe la pittrice Suzanne Valadon, molto bella e talentuosa, che s’innamorò di lui nonostante l’aspetto fisico. Lei ebbe un figlio che divenne il noto artista Maurice Utrillo, la cui paternità rimase sconosciuta. La loro “liason” finì in modo burrascoso e Suzanne tentò il suicidio nella speranza di farsi sposare da Lautrec.

La sua Arte mi affascina, perché pur essendo stato un dissoluto e vizioso,  ritrasse con autenticità, immediatezza e con rispetto artistico e umano le “donne di piacere” dei bordelli di Montmartre, che lui frequentava assiduamente, nella loro quotidianità, senza un’impronta morbosa e lasciva.
La sua Arte mi piace, perché ha anticipato i concetti della grafica pubblicitaria, come la teoria della percezione, la psicologia delle forme e la tecnica dei colori (piatti, uniformi e puri, contrastanti e le linee essenziali e movimentate), spalancando le porte alla moderna pubblicità.

FRANCY CARRIE


manifesti pubblicitari per i cabaret parigini


"Aristide Bruant" 1892

"La passegère du 54" 1896


"P. Sescau" 1894